24h di Le Mans Il Sogno.
La mi avventura alla 24h di Le Mans inizia ai primi di agosto con una telefonata di Giovanni Bussei, “ehi Davide quest’anno non puoi mancare! Ci sentiamo a fine agosto per organizzare!!!”
Non ho potuto dire di no anche perchè la gara francese di durata insieme al TT all’isola di Man è una di quelle gare che una volta nella vita non si può perdere.
Passano le vacanze estive e come da telefonata di Giò ci risentiamo per organizzare la trasferta, per prima cosa mi viene chiesto se ho la tenda, per Bussei è la prassi dormire nel paddock, la risposta è affermativa e mi dice che farò il viaggio con Stefano suo fidato meccanico da diversi anni.
Per alcuni giorni ho pensato a come sarebbe stato vedere dal vivo una corsa con tanta storia e tanto fascino quali sarebbero state le migliori inquadrature e soprattutto sarei riuscito a reggere a tante ore a bordo pista. La sera prima della partenza mi arriva la telefonata di Giovanni:”Davide non sto bene forse non corro!”, doccia gelata, ma come a poche ore dalla partenza sono sull’orlo del baratro, non può sfumare la 24h di Le Mans in questo modo. Dopo alcune ore altra telefonata, Bussei ci dice di partire e deciderà dopo le prove del venerdì.
La partenza è fissata per l’alba a Torino a casa di Stefano ci aspettano circa 1000 Km che fortunatamente passano abbastanza in fretta tra discorsi seri e tante “cazzate” e un’escursione nel centro di Lione a causa del navigatore.
Dieci ore di viaggio due tappe per rifocillarsi e fare gasolio e finalmente siamo all’uscita di Le Mans, le moto nell’ultimo tratto di autostrada non pagano, subito vengo trasportato all’interno della leggenda, la strada che conduce all’ingresso dell’autodromo è il famosissimo rettilineo di Mulsanne dove le auto sfrecciano a più di 300 Km/h, da guardare è impressionante è una strada cittadina a due corsie….
Ritiriamo il pass e all’ingresso ci aspetta Giò che ci accompagna al nostro hotel per il fine settimana un bellissimo parcheggio di ghiaia con una aiuola dove posiziono la mia tenda.
Giò sembra in forma e ci spiega che ha avuto problemi di stomaco che lo hanno condizionato non poco in questi giorni, subito mi porta al box del team dove conosco i suoi compagni, Andrea Boscoscuro e Victor Casas e Niccolo Rosso la riserva. Nel box sono tutti indaffarati intorno al motore della GSX-R 1000 in versione Stock, il team No Limits 44 da diversi anni prende parte al mondiale Endurance e nel 2013 ha ottenuto il quarto posto e un’eccezionale quinto a Le Mans.
Le prime ore passano a lustrarsi gli occhi sulle moto ufficiali, Kawa, Honda e Suzuki su tutti ma con team privati di tutto rispetto, le strutture di Le Mans sono colossali, i box così come la tribuna centrale sono enormi pronte a contenere migliaia di persone, lo scorso anno si sono contati 150.000 spettatori paganti.
Per cena io, Stefano e Giò siamo usciti dal circuito con le nostre fuori serie, le biciclette, io ho preso in prestito la mountain bike del mio vecchio, passando attraverso a un schiera di tende e camper dove il tasso alcolico era già oltre la soglia massima e non vi dico lo stato di alcuni!, dopo una fugace cena siamo rientrati, Bussei ci ha salutato per andare a dormire e noi abbiamo proseguito la serata guardando gli stuntman sul rettilineo di partenza.
Ci si prepara per la notte, tenda pronta sacchi a pelo anche ci imbustiamo e cerchiamo di prendere sonno anche se come sottofondo si sentono i limitatori delle moto e questa melodia andrà avanti fin al mattino.
Alle sei del mattino mi sveglia sotto una leggera pioggia, le previsioni non danno tempo bello, ma fortunatamente verso le otto il sole splende sul circuito.
Briefing in sala stampa sulle regole da tenere in pista per noi fotografi assegnazione del posto e pronti per iniziare una lunghissima giornata.
Il warm up serve per definire le ultime cose sulla moto, i piloti del team No Limits 44 scendono tutti e quattro in pista, la lista ufficiale di chi scenderà in gara va consegnata solo alla fine dell’ora di prove, Giovanni che non era molto propenso a scendere in pista viene spronato dall’ingegnere a provare i rapporti e lui ripaga con il miglior tempo tra i piloti del team.
Finito il warm up Bussei si consulta con Stefano se correre o no e sembra non essere molto convinto ma dopo dieci minuti Stefano prende in mano le redini della situazione ed esclama “Ora decido io si corre” Giovanni abbozza una risata e la decisione è presa!
Ore 14 presentazione ufficiale, 56 ombrella girl più le conigliette di Palyboy e cosa si vuole di più dalla vita!
Le moto sono schierate vicino al muretto del box i piloti di fronte alle 15 precise si abbassa la bandiera del direttore di gara e i riders corrono verso le loro moto e si parte! La gara si snoda su 24 ore ma sembra di assistere ad una qualsiasi gara di SBK gas a martello fin dai primi metri, si dice che alcuni piloti ufficiali si giochino dei soldi a chi starà davanti al primo giro. Andrea Boscoscuro è il primo rider a scendere in pista, Giovanni sarà il terzo, ogni ora circa si cambia pilota si fa il pieno e si cambiano le gomme.
Mi sposto verso la curva Dunlop e comincio a scattare con diverse inquadrature, continuo a spostarmi fino a quando non mi chiama Giovanni dicendo che è pronto per il suo cambio, volo ai box per assistere al cambio pilota.
Siamo alla terza ora di gara e i tre rider si stanno difendendo molto bene, in classifica di categoria sono al sesto posto e al 15° assoluto, un grandissimo risultato.
Al quarto cambio Boscoscuro viene toccato da un avversario che lo fa cadere, Andrea ci mette 21 minuti a tornare ai box, il team lavoro in maniera perfetta per sistemare la moto che ha diversi danni, riparte Casas che cerca di recuperare posizioni.
Siamo oltre le cinque ore di gare ma durante il turno di Bussei la temperatura sale a 130° gradi e Giovanni è costretto a rientrare e il verdetto non è dei migliori: ritiro! La causa del problema è dovuto con buona probabilità allo schiacciamento del raccordo dei tubi del raffreddamento dell’olio che ha fatto salire la temperatura alle stelle.
La gara per il team No Limits 44 si chiude alle 20.30 quando c’era ancora la possibilità di recuperare.
Giovanni mi si avvicina e mi sussurra: “peccato mi stavo proprio divertendo”.
La saracinesca del box si chiude e non ci resta che andare a mangiare un panino e una birra…Giovanni decide di saltare sul suo furgone e tornarsene a casa, Stefano mi dice io parto domani dopo aver smontato tu fai quello che vuoi.
Io riprendo le mie fide macchine fotografiche e vado in pista a gustarmi la gara, di notte il fascino è ancora più grande i migliori non si risparmiano e tirano come dei matti.
Alle due di notte dopo aver girato un bel po’ decido di concedermi qualche ora in tenda per poi ributtarmi in pista nelle prime ore del mattino.
Ore 6 siamo ancora in pista purtroppo il sole non c’è ma una bella botta d’acqua, riesco a portare a casa qualche bello scatto.
Ore 10 Stefano mi chiama è ora di ripartire ma prima di saltare sul furgone ci gustiamo una buona colazione, dietro di noi due tedeschi si scolano una caraffa di vino.
Alla fine della gara mancano ancora 5 ore, in testa la Suzuki ufficiale seguita dal team Yamaha GMT 94, grazie a questo risultato si laurea campione del mondo endurance con una gara di anticipo, Honda e Kawa si sono ritirati ormai da diverse ore.
Non ho potuto assistere all’arrivo ma quando vedo l’ultimo cartello di Le Mans il mio pensiero va alla prossima edizione e la voglio vedere fino all’ultimo secondo e magari festeggiare con Giovanni Bussei e la sua squadra un ottimo risultato.
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